L’incidente accaduto in via Frà Generoso a Salerno, costato la vita ad un ciclista casertano, pone una serie di interrogativi. Che viaggiano tutti sulle due ruote. Posto che in questo caso, purtroppo, ha inciso e parecchio anche la terribile fatalità ed eventuale responsabilità umana che, però, non è il caso di valutare in questa sede, ci si chiede se la morte dell’imprenditore 49enne potesse essere evitata in presenza di un percorso dedicato agli appassionati di ciclismo e cicloturismo. Udicon, in quanto unione a difesa dei consumatori, in tutti i suoi aspetti, ha cercato di dare una risposta ad una semplice domanda. Salerno è una città per ciclisti? La risposta è purtroppo immediata ed è negativa. Senza appello. A dare sostegno a questa tesi, un recente dossier stilato dall’osservatorio Focus2R promosso da Confindustria ancma e Legambiente. I dati, impietosi, stabiliscono che con soli 22 “centimetri” di piste ciclabili ogni 100 abitanti, Salerno è al terzultimo posto in Italia per infrastrutture dedicate alla mobilità sostenibile. Peggio fanno soltanto L’Aquila e Vibo Valentia. Non solo non ci sono piste ciclabili, ma non ci sono nemmeno stalli per biciclette ed è impossibile accedere ai mezzi pubblici con la bicicletta. Da tener conto che nel resto d’Italia, in percentuale, è possibile nel 64% dei casi. Esattamente un anno fa, a febbraio del 2024, e’ stato annunciato un progetto per la realizzazione della nuova pista ciclabile da terminare in 150 giorni. Una pista verde, larga 2,50 metri di cui nulla si sa. E se non volessimo soffermarci solo in città, la situazione non cambierebbe. Nel giugno di cinque anni fa, in Regione fu firmato un protocollo per la candidatura di un progetto per la realizzazione di una pista ciclabile che avrebbe dovuto collegare Salerno ad Agropoli per ben 60 chilometri e 21 milioni di euro. Il progetto prevedeva che la nuova pista riqualificasse anche il percorso già esistente. Si perchè ad inizio anni 90, l’Amministrazione Provinciale, su proprio impulso, realizzò un percorso ciclabile che, seguendo l’area litoranea, congiungeva Salerno a Capaccio. O avrebbe dovuto congiungere, visto che non è mai stata utilizzata. Anzi. Le associazioni ciclistiche già all’indomani dell’inaugurazione ne rilevarono molteplici errori tecnici. Udicon, nel rispetto e tutela degli interessi dei consumatori, chiede e si chiede quanto ancora bisognerà attendere per vedere a Salerno una mobilità sostenibile. E soprattutto quanti soldi pubblici dovranno essere “sprecati” prima che ciò accada?
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