Il 12 marzo è la Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e socio-sanitari. Iniziativa che è stata istituita dalla Legge del 14 agosto del 220, la numero 113 “Disposizioni in materia di sicurezza per gli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie” e si celebra oggi, ovvero lo stesso giorno della Giornata europea promossa dal Consiglio degli ordini dei medici europei (CEOM). La Giornata serve per sensibilizzare soprattutto l’opinione pubblica su un fenomeno purtroppo molto in aumento con aggressioni e violenze, fisiche e verbali, di cui sono vittime coloro che lavorano in strutture sanitarie. la violenza nei confronti di chi lavora nel settore sanitario e sociosanitario. I numeri purtroppo parlano chiaro. Nel 2020, “gli angeli del Covid” sono stati aggrediti 220 volte. Il numero è salito a 660 nel 2021. Sono stati 900, gli atti di violenza nel 2022. Un incredibile picco si è raggiunto nel 2023 con 2230 episodi.
In media, sono 1500, gli episodi di violenza che avvengono ogni anno in Italia. Aggressioni che non riguardano solo il personale medico e infermieristico, ma anche gli operatori sociosanitari, che si trovano quotidianamente a interagire con pazienti vulnerabili e a rischio. Elemento ancora più preoccupante è che nel 70% dei casi le vittime delle aggressioni sono donne tra i 30 e 59 anni e, tra il personale sanitario, quasi un infortunio su 10 è per aggressione. Il fenomeno della violenza contro gli operatori sanitari è un tema che non può più essere ignorato. Udicon, al fianco dei consumatori ed utenti, ribadisce l’importanza di aumentare l’attenzione su questo problema che colpisce l’intero sistema sanitario e sociosanitario, mettendo a rischio la qualità dei servizi e la sicurezza di chi lavora nelle strutture sanitarie.

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